Tra le famiglie di origine contile che in epoca feudale s’insediarono sul territorio posto alla destra del fiume Tevere, la famiglia dei Montemarte fu senza dubbio una tra quelle dominanti, presidiando con i castelli di Montemarte e di Corbara le aree ad est di Orvieto verso Todi. Nel catasto del contado del 1292, viene censito come Castrum, Corbara, nel piviere di Santa Maria de Stiolo, che coincide per buona parte con l’attuale territorio della Castello di Corbara alla confluenza del fiume Paglia con il Tevere. La residenza abituale dei Conti di Corbara era nel Castello stesso, pur risultando iscritta almeno fino al XVII secolo tra quelle della nobiltà cittadina: era infatti necessaria una gestione diretta delle vaste proprietà fondiarie, che andavano gradualmente trasformandosi in moderne aziende agricole. Alla fine dell’ottocento la Tenuta di Corbara divenne proprietà della Banca Romana che nel 1889/90 riportò alla luce in opus reticolatum il porto romano di Pagliano, posto sulla confluenza del Tevere e del Paglia. Tale sito archeologico assunse grande importanza storica nel quadro delle relazioni commerciali e economiche fra Roma e le zone dell’immediato retroterra e, grazie ai costanti interventi di ricerca, protezione, restauro delle strutture è oggi agibile e visitabile. L’attuale fisionomia dell’Azienda Agricola Castello di Corbara rappresenta lo specchio fedele della nuova progettualità finalizzata alla valorizzazione della produzione vitivinicola, voluta con fermezza e passione dalla Famiglia Patrizi che nel 1997 ne ha acquisito la proprietà. Tale obiettivo è stato ispirato principalmente dall’insita esigenza di recupero di valori quali il rispetto del territorio, la cui autenticità trova sempre espressione in tutti i vini prodotti.
Il Progetto della Cantina Castello di Corbara
L’azienda da quasi quarant’anni vanta un patrimonio viticolo di grosso pregio, con circa 100 ettari di vigneti collocati ad altitudini variabili tra i 100 ed i 350 metri slm, di ottima esposizione e con materiale vegetativo particolarmente interessante ed attualmente oggetto di studio e ricerca. Tra gli obiettivi principali che l’azienda Castello di Corbara si prefigge, vi è senz’altro la valorizzazione dei vitigni autoctoni presenti nella zona da oltre un secolo, così da proporre sul mercato vini riconducibili al territorio di origine. Tra i vitigni rossi (l’azienda è interamente compresa nell’ambito della DOC Lago di Corbara) si è scelto di potenziare la presenza di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Sangiovese e di Montepulciano; di quest’ultimo è stato individuato in azienda un clone storico, che è stato riprodotto nella primavera 2003 e reimpiantato in una zona che presentava un idoneo microclima. Tra i vitigni bianchi (l’azienda ricade nella più antica zona prevista dalla DOC Orvieto e può quindi pregiarsi della specifica “Orvieto Classico”) merita citare un interessante clone di Grechetto che è stato individuato in azienda e che mediante selezione massale sarà opportunamente valorizzato. Ogni nuovo impianto viene realizzato solo dopo scrupolosa ed attenta valutazione da parte dei tecnici aziendali che, analizzato il microclima e studiate le caratteristiche pedologiche di ogni singola area nell’ambito dell’enorme estensione dei terreni dell’azienda, hanno potuto individuare ulteriori zone idonee ai vigneti rispetto a quanto conosciuto negli anni 1970. Le analisi fisico – chimico – meccaniche dei terreni e la valutazione della giacitura ed esposizione degli stessi appezzamenti, hanno quindi permesso il perfetto connubio vitigno/terreno e la massima esaltazione delle sfumature dei diversi cloni: sottili sensazioni percepibili nel bicchiere.